“Ultime lettere di Jacopo Ortis” – Ugo Foscolo


Voto: 3.5 stelle / 5

Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo è sia il primo romanzo epistolare della letteratura italiana sia il primo romanzo del romanticismo italiano.

La prima edizione del romanzo risale al 1798 tuttavia già nel 1796 Foscolo ci stava lavorando e l’ultima versione, invece, è del 1817.

Trama de Ultime lettere di Jacopo Ortis

Jacopo Ortis, il protagonista del romanzo, è un ufficiale di Napoleone che dopo la firma del Trattato di Campoformio (1797) tra gli austriaci e Napoleone se ne va da Venezia dove risiedeva.

Si ritira, quindi, sui Colli Euganei e, qui, come unica “valvola di sfogo” ha le lettere che scrive all’amico Lorenzo.

Di lì a breve conosce però una ragazza di nome Teresa figlia del signor T.

Jacopo si innamora di questa giovane, ma la sua felicità finisce presto ossia non appena scopre che la giovane donna è promessa a un altro.

Il futuro sposo si chiama Edoardo ed è un giovane di buona famiglia.

Inizialmente Jacopo resta al suo posto però nel momento in cui riesce a baciare Teresa non può fare a meno di dirle quello che prova per lei.

Teresa tuttavia resta ferma nel suo proposito vale a dire sposare Edoardo per rispetto al padre in quanto altrimenti la sua famiglia andrebbe in bancarotta.

Jacopo a questo punto decide di partire.

Va a Ferrara, Bologna poi a Firenze alla Chiesa di Santa Croce dove sono seppelliti i grandi del passato e, ancora, dal Parini a Milano e nel suo girovagare arriva anche fino in Francia a Nizza per tornare a Ventimiglia.

Tuttavia quando verrà a sapere che Teresa ed Edoardo si sono uniti in matrimonio matura la decisione definitiva ossia che la sua vita non ha più senso.

E’ in quel momento che decide di suicidarsi e ne fa partecipe l’amico Lorenzo tramite una lettera e prima del tragico gesto però andrà a salutare, per l’ultima volta, la madre che vive a Venezia.

Recensione

Perchè dovresti leggere questo romanzo?

Perchè questo romanzo arriva fino alle emozioni più profonde dell’animo umano e riesce a rendere il dolore in modo così nitido e reale (quasi palpabile) e, difatti, il lettore oltre a compatire il protagonista può quasi immedesimarsi in lui (certo senza arrivare al finale tragico del suicidio sia ben chiaro!) e nei suoi stati d’animo più profondi.

Il libro, difatti, tratta di grandi delusioni (prima che d’amore quella politica) e a chi non sarà capitato di credere ardentemente in qualcosa ma proprio con tutto se stesso per poi restare deluso?

E quanto fa male non è vero?

Ecco questo è quello che è successo a Foscolo e al suo alter ego Jacopo.

Loro credevano in Napoleone che, invece, li ha traditi con il Trattato di Campoformio.

Ma non finisce qui almeno per Jacopo dato che dopo la delusione politica ha anche, come detto, una delusione d’amore!

E questi sentimenti e gli stati d’animo con gli scombussolamenti che ne conseguono sono sempre attuali anche dopo tanti secoli o sbaglio?

Alcune cose che, forse, non sai su questo romanzo e sul suo autore

Il romanzo è ispirato a una storia vera.

Nel 1796 a Padova un giovane prossimo alla laurea in medicina tale Girolamo Ortis si suicida per davvero.

Foscolo non lo conobbe mai realmente ma ne sentì parlare e prese spunto per il suo romanzo.

E lo sapevi che il vero nome proprio di Foscolo era Niccolò ma che optò per il nome d’arte Ugo!

Come mai fece questa scelta?

Lo fece per omaggiare Ugo di Baseville che fu rivoluzionario francese e prima diplomatico assassinato dalla gente a Roma nel 1793.

Trovò la morte per via del suo anticlericalismo e fu ammirato dal nostro (unitamente a Napoleone) tra il 1796 e il 1799 vale a dire durante il periodo “giacobino” italiano.

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