“Non dirmi che hai paura” – Giuseppe Catozzella


Voto: 5 stelle / 5

“Non dirmi che hai paura” è un romanzo di Giuseppe Catozzella pubblicato da Feltrinelli nel 2014 e basato su una storia vera.

L’opera teatrale musicale “Non dirmi che hai paura”, con le musiche di Peter Gabriel, ha debuttato a Ravenna l’8 luglio 2024 per la regia di Laura Ruocco.

Di Giuseppe Catozzella abbiamo recensito anche “Italiana”.

Trama di Non dirmi che hai paura

Samia Yusuf Omar è una ragazza somala che ha guadagnato l’attenzione mediatica alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 perché il suo distacco con le altre atlete è stato evidente: è arrivata al traguardo dieci secondi dopo tutte le altre. Questo però ha permesso di riflettere su quanto fosse difficile inseguire un sogno così banale quanto correre, specie per una donna, in un paese integralista in guerra come la Somalia. Lei, per esempio, aveva dovuto allenarsi col velo.

Giuseppe Catozzella racconta la sua storia a partire dall’infanzia a Mogadiscio, immedesimandosi in lei come voce narrante.

Samia ha perso la vita tentando di attraversare il Mediterraneo, nel 2012. La sua morte è stata resa nota alle Olimpiadi di Londra della stessa estate: le stesse Olimpiadi a cui aveva sempre ambito.

Recensione

“Non dirmi che hai paura” è una storia di determinazione, coraggio, sacrificio. È molto bello il modo in cui Giuseppe Catozzella fa arrivare a noi la realtà di Samia. Seguiamo il sogno di un’adolescente guerriera, assistiamo all’impazienza, allo stallo, alla clandestinità. Siamo invitati a immaginare cosa significhi vivere in un Paese che soffoca il tuo diritto alla vita, alla crescita e alla coltivazione dei propri talenti.

È una lettura decisamente scorrevole ma non per questo semplicistica; grazie al suo ritmo non ci sono tempi morti, siamo sempre proiettati in avanti. Finché Samia non decide di affrontare il Viaggio.

“Il Viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da quando siamo nati”

Qui il ritmo cambia. In altre circostanze avrei detto che sembra cominciare un altro romanzo; che “Non dirmi che non hai paura” sembra racchiudere in poco più di duecento pagine due storie totalmente diverse. Lo avrei indicato come un limite. Invece, qui la storia è vita: la profonda differenza fra la maggior parte del libro e le ultime cinquanta pagine rende ancora più acuto lo stridio tra la quotidianità che diamo per scontata e la disumanità del traffico di profughi.

Il finale mi ha commossa. Anche se non è un finale strappalacrime.

Consigliato!

Commenti