
“Crudele è la notte” è un romanzo noir scritto da Giovanni Jonvalli e Mirco Filistucchi. E’ stato pubblicato da SEM a gennaio 2025.
Ringraziamo la casa editrice e l’agenzia Anna Maria Riva per la copia cartacea inviata in omaggio.
Trama di Crudele è la notte
Florentino Abedes, ispettore per il quale “il dovere è una mano che ti muove come un burattino sul palco”, indaga sull’infanticidio di un bambino, Miguelito. Ma, nella Spagna del 1962 dove la giustizia non va di pari passo con la politica, si vorrebbe tacciare l’omicidio come fosse un incidente. L’ispettore non se la sente di chiudere il caso, pur se a mettere il naso contro i criminali rischia di scontrarsi con i politici. Ad affiancarlo nelle sue indagini Camilo, professore allontanato dall’insegnamento per la sua resistenza al regime.
Frugando negli archivi vengono alla luce altre morti sospette – un bambino caduto da una nave, un altro annegato in un secchio d’acqua. Man mano che l’indagine prosegue non si sciolgono gli enigmi, ma si moltiplica la scoperta di altre morti di piccoli, avvenute nel passato. I parenti di questi ultimi spesso si sono arresi alla ricostruzione della polizia, quasi sempre hanno smesso di lottare. Una misteriosa apparizione della Madonna (o allucinazione?) si interseca con lo svolgersi delle indagini in corso. Ha qualche attinenza con gli infanticidi?
Per Florentino, sebbene esonerato dall’inchiesta, e anche per Camilo, è necessario dare senso alla scomparsa di tanti bambini.
Recensione
Florentino incarna i valori della persona comune, alla quale si vorrebbe assomigliare:
“…camminava guardandosi intorno, gli occhi al cielo, con quell’incedere vacanziero che era mettere i piedi uno dopo l’altro allo stesso modo dei giorni che si susseguivano uguali, lasciandosi sospingere dalla pigra curiosità di vedere dove lo avrebbe condotto quel placido peregrinare”.
Mescolando la cronaca sociale di un periodo gravato dalla dittatura con i delitti sui quali indagare, i due autori hanno scritto un romanzo in cui il lettore si impiglia, curioso di scoprire il finale. La trama è costruita con un intreccio abbastanza intrigante: come in tutti i noir che si rispettino, la giusta tensione è assicurata.
“Chi era Florentino Abedes?
Ripensò alla sua indagine, a come avessero tentato di bloccarla perché nessuno potesse sospettare che nel paese in cui governava l’opera di Dio potesse esistere un mostro che si divertiva a uccidere bambini . Quello che voleva, più di ogni altra cosa, era fermare quell’assassino”.
Vengono in mente le parole di Michela Murgia: “Davanti a un’ingiustizia non esiste la neutralità“.
E con questa convinzione, Florentino e Camilo intraprendono una ricerca per nulla facilitata dall’ambiente circostante, dal controllo dei funzionari della Spagna franchista. Le modalità diverse degli omicidi per i due sono da ricondurre alla stessa mano.
La scrittura è accurata, controllata con rigore, il linguaggio lontano dall’aridità dei rapporti di polizia.
Un appunto personale: nel finale ho avvertito una forzatura nelle coincidenze, ad esempio nell’arrivo in contemporanea – in un luogo inusuale – dei salvatori, giunti da posti diversi, appena in tempo nel salvataggio dell’ennesima vittima, come in un qualunque film d’azione.