“L’amico ritrovato” – Fred Uhlman


Voto: 5 stelle / 5

“L’Amico Ritrovato” è un romanzo in “formato ridotto”, che si presenta come fosse uno scorrere di immagini. Fred Uhlman lo scrive nel 1971, come fosse una riflessione tardiva sugli eventi tragici e traumatici avvenuti nella sua terra, Stoccarda in Germania, durante il periodo appena precedente l’avvento del Nazismo. La storia è narrata in prima persona da un ragazzo ebreo di sedici anni, Hans Schwarz.

Trama de L’amico ritrovato

Questa storia parrebbe essere costruita sugli opposti: vi è il riferimento al mondo classico, come storia eterna, presente come un monolite, cristallizzata nei libri di storia, immobile, rappresentata dalla scuola del protagonista, il KARL ALEXANDER GYMNASIUM di Stoccarda. Questo mondo classico è opposto al mondo moderno, la vera storia, la modernità, rappresentata dall’avvento del Nazismo. “C’è storia e storia” dirà Herr Pompetzki, il nuovo professore di storia di Hans; “c’è la storia contenuta nei vostri libri e quella che lo sarà tra poco”.

Un’altra coppia di opposti sono i due amici, Hans Schwarz e Konradin Hohenfels, entrambi di sedici anni, che frequentano lo stesso liceo. Il primo un ebreo benestante; un libero pensatore, pieno di dubbi sulla vita, su Dio e sull’essere, che si muove sullo sfondo del mondo classico che rappresenta la verità, con cui misura se stesso e la sua dimensione esistenziale. Il secondo, il rampollo di una famiglia molto in vista di conti tedeschi, che ha un modo dogmatico di intendere le dimensioni dell’esistenza. A differenza dell’amico, egli non mette in discussione nulla; nulla deve turbare le sue certezze. Dogmaticamente apre le porte a Hitler, perché lo considera custode di un mondo umano, anti-materialista e anti-comunista.

In questo mondo di opposti, vitale, presente, autentica e vera, nasce l’amicizia tra Hans Schwarz e Konradin Hohenfels. E’ un’amicizia che colma due solitudini profonde; una bolla al di là dello spazio e del tempo; fuori dalla storia. In questa bolla vi è la fusione degli opposti, il superamento dei conflitti e delle incoerenze. Il romanzo si sposta su un’altra dimensione. L’interferenza della storia in questo mondo-a-parte, in cui i due adolescenti vivono, porterà alla rottura del loro profondo sodalizio. Non sono più Hans e Konradin, ma l’ebreo e il tedesco, e il tedesco tradisce l’ebreo, voltandogli le spalle, per Hitler, lasciandolo col sapore disperato di un’illusione frantumata.

Recensione

Fred Uhlman offre al lettore uno spaccato di storia tragica, in un romanzo che sembra scritto d’un fiato, attraverso dei quadri dipinti e narrati al contempo. Il racconto dell’amicizia tra Hans e Konradin è avvolgente e sincero e persiste una volta che il romanzo è finito. Il coraggio dell’autore si svela nella ricerca della verità, in ogni parola della sua opera, quella verità che richiede un atto di coraggio ultimo ed estremo, che costa a Konradin la vita, affinché l’amico non sia perduto mai più, ma al contrario, ritrovato per sempre.

Mentre legge “l’Amico Ritrovato” il lettore passa da un quadro classico, descritto in modo pittorico, al dialogo vitale ed entusiasta tra i due amici adolescenti, al profondo sapore doloroso del tradimento. Segue passo dopo passo Hans, nella sua storia, incarnandola. Il riscatto finale dell’amico è liberatorio e commovente. Questo piccolo capolavoro lascia un profondo senso di completezza e di bellezza dell’immagine.

Stefania de’Flumeri

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