“Degli amanti non degli eroi” – Daniele Mencarelli


Voto: 4 stelle / 5

A gennaio 2024 Daniele Mencarelli, premio Strega Giovani con “Tutto chiede salvezza“, è tornato in libreria con la poesia. Sempre con Mondadori è uscito “Degli amanti non degli eroi”. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Di Daniele Mencarelli abbiamo recensito anche “La casa degli sguardi” e “Fame d’aria” Genere introspettivo poesie

Trama di Degli amanti non degli eroi

Daniele Mencarelli un Don Chisciotte della poesia, un pittore delle parole quale Hopper con le sue tele di luce, pochi come Mencarelli permeano le parole di tanta drammaticità.

Leggendo la presentazione, ovvero le tracce della trama, quando fu inviata la richiesta ad Amanti dei libri per proporre la lettura al gruppo recensori, definii questo suo laboratorio un romanzo di Irvin Welsh, un incubo contemporaneo. Ora mi ritrovo tra le mani una struttura complessa, affine alla narrativa ma composta da poemetti che narrano d’amore e di dei classici, quelli greci, permango nella mia visione, sottile e confusa.   

Recensione

Primo poema, l’amore.

La storia d’amore è una sfumatura esistenziale di un adolescente che grazie proprio all’amore sedicenne, supera le dipendenze di droghe e fragilità, entrando, grazie alla follia dell’amore, in connessione con è stesso, un conflitto alquanto comune e frequente nella tale fascia di età. Si è inconsapevoli dei drammi conflittuali che la crescita interiore comporta.

Chi ha avuto la fortuna di ritrovarsi in una selva oscura fatta di erbe e foschi fumi, ma avendo poi la mano ad accompagnarlo quale fosse Beatrice nel nostro girone di inferno, purgatorio e paradiso. L’ amore può essere straordinario, o estremamente ordinario, un quotidiano che non si materializza in un qualunque luogo fisico, immateriale o psichico, l’amore è la nascita dello stupore, della luce, del mattino che annulla i deliri notturni.

“Trentuno dicembre novantadue
si bruci il vecchio avanti il nuovo,
la discoteca ci agguanta come un’onda
ci trascina sollevandoci da terra,
tu felice ma solo di riflesso
altro veglione speravi di brindare.
Il mucchio della banda è già schierato
nemmeno l’aria gli si avvicina
C’è pure il coglione innamorato!
Ecco chiara l’accoglienza
tra occhiate e discorsi a pezzi.
La pace coi fratelli arriva
dalla violenza esplosa nelle casse
l’amaro della colombina
boccone posato sulla lingua
una furia dallo stomaco al sangue
ricordo urla contro l’anno nuovo
baci al sapore di Negroni,
io che ti cerco e tu sparita.”
 
(tratto da Storia d’amore)

L’adolescenza ti porta conosce le droghe, gli amici non esistono, sono solo vuoti a perdere con cui trascorre le notti in discoteca. L’adolescenza ben presto diviene smarrimento, un travestito in abito sconcio che compiange la propria madre in sua attesa di rientro da serate spezzate da un divertimento che tale poi non è. La ricerca di francobolli, incollati alla lingua da, dolci liquori, la musica dirompente ballata con un violento pogare nient’altro. Inizi ignorando ogni pericolo, la tua giovane età, pregna di superiore forza e intelligenza apparente ti costringe ad ignorare ogni grillo parlante che ti ronza nelle orecchie, non ascolti nessuno, Nessuno come Ulisse ti può far male. I giorni ti sfuggono esasperati da incubi e visioni, deliri di onnipotenza che ti portano a volare su ali di cera.

Secondo poema, gli dei

Mencarelli non si sofferma a celebrare l’amore, si insinua con il secondo poema, nella psiche umana, chiama a portavoce gli dei dell’Olimpo greco, tre uomini, tre personalità, tre debolezze e fragilità.

La sera

Nessuno di noi ha mai temuto la sera, essa è l’iniziazione alle aspettative della vita, una metaforica partita a poker, narrata da un Virgilio in veste di cameriere, seppur personalmente lo definirei più un cameriere da albergo fantasma. Mencarelli investitosi in mazziere di questo gioco minimizza e semplifica la lettura altrimenti assai complessa di questa opera.

La notte

Le luci della notte rendono ogni ombra un fantasma senza vergogna, esaltano le figure umane, spiccano i difetti e le personalità di ognuno, senza remore senza ritegno.

L’alba

Il sorgere del sole è un evento catarchico, rappresenta la deviazione tra il male ed il bene, l’immedesimarsi in un dio che ha il potere della vita sulla morte. La luce del giorno a sua volta illumina le trasparenze delle colpe, invadendo la realtà con un nulla assoluto, dove l’amore termina e gli eroi non esistono, permane solo l’essere umano e la sua debole corazza. 

“Mi presento
cercando d’imitare
la perfetta dizione del concierge,
uno dei tre soldati alza la voce,
dice solo che la mia più grande dote
deve essere il silenzio,
                            e l’assoluto riserbo
su questa notte
              per tutti i giorni a venire,
un altro prende la parola,
se proprio mi tocca disturbarli,
all’occorrenza
              ma con grande parsimonia,
devo chiamarli con i nomi di battaglia
i nomi che anche l’inferno conosce,
allora lui con un gesto della testa
mi esorta
         come un cane ammaestrato,
rispondo d’impeto
              tutto d’un fiato:
Nettuno, Marte, Mercurio!

(tratto da Lux Hotel)

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